L'IA generativa, una branca dell'Intelligenza Artificiale, sta trasformando profondamente l'esperienza di ricerca degli utenti. Google, leader incontrastato del settore, ha infatti recentemente introdotto la "Search Generative Experience" (SGE), un connubio tra contenuto attendibile e potenzialità generativa. La SGE combina dati affidabili da più risultati di ricerca organica e utilizza LLM di Google (Large Language Models) per trasformarlo in una risposta scritta e comprensibile alla ricerca di un utente. Con SGE, quindi, un utente non dovrà più cliccare su un link per avere una risposta. La pagina di risultati mostrerà risposte dirette agli utenti e generate dinamicamente, combinando informazioni provenienti da diverse fonti autorevoli.
L'ascesa delle ricerche zero-click. Questa novità si inserisce nel trend crescente delle ricerche zero-click, dove gli utenti ottengono informazioni direttamente dalla pagina dei risultati senza visitare il sito web e, appunto, senza cliccare su alcun link. I dati del 2022 di SEMrush indicano che quasi la metà delle ricerche su Google non ha portato a click, e questa modalità sta diventando sempre più comune col passare del tempo. Ora l'IA generativa — o la minaccia dei concorrenti orientati all'IA generativa — ha dato a Google un deciso impulso verso più ricerche zero-click. Questo sviluppo potrebbe suonare come un campanello d'allarme per molte aziende, poiché la visibilità dei risultati di ricerca potrebbe essere influenzata. Con meno spazio per i risultati di ricerca organica e a pagamento, l'ecosistema digitale potrebbe vedere una riduzione del traffico web e una riorganizzazione delle priorità SEO.
Una pagina di risultati rinnovata. Man mano che Google continua a sperimentare, l'equilibrio cambierà: il motore di ricerca più famoso al mondo ridurrà i suoi ricavi pubblicitari dalla ricerca solo se i concorrenti lo costringeranno, ma è probabile che la ricerca organica dovrà lottare per lo spazio in un mondo dove ce n'è molto meno di prima. La nuova pagina dei risultati prevede molto meno spazio per i risultati di ricerca organica e, inoltre, i link citati da SGE non sono gli stessi in cima ai risultati di ricerca tradizionali. Una ricerca indipendente americana, svolta da Insight Partners, ha scoperto che solo il 57% dei link citati da SGE proviene dalla prima pagina dei risultati organici. Il primo link SGE è lo stesso del primo link organico solo il 12% delle volte e nel 45% delle ricerche non proviene nemmeno dai primi 10. Se gli utenti iniziano a cambiare le loro abitudini di lettura e comportamento di clic verso il box SGE, ciò potrebbe determinare un enorme spostamento di traffico e attenzione.